Fisiatria Fisioterapia e Riabilitazione

….Continuando ad occuparci di incontinenza urinaria, non possiamo esimerci di vederla anche al femminile. Questo sia per l’altissima incidenza numerica del problema, che per aiutare le dirette interessate a sdoganare una condizione che spesso è tenuta erroneamente nascosta. La gravidanza è uno dei maggiori fattori di rischio per l’insorgenza di incontinenza, al pari del parto vaginale dove si viene ad avere uno “allungamento” della muscolatura e del tessuto connettivale, con conseguente indebolimento funzionale e perdita del potere di sostegno delle strutture pelviperineali. Il danno che ne consegue può essere inoltre ,in alcuni casi, dovuto alle lacerazioni spontanee che possono intervenire durante la fase espulsiva. Infine, lo stiramento del nervo pudendo durante il periodo del travaglio può essere nocivo per il tonotrofisno muscolare. In pratica si vengono a creare delle condizioni di svantaggio della funzionalità contenitiva urinaria, che contemplano diversi aspetti. L’incontinenza urinaria femminile è dunque una condizione patologica indipendentemente dall’età, dalla autosufficienza motoria, dalle condizioni mentali o dalle condizioni generali della persona ma che va affrontata con decisione. Le donne con incontinenza sono infatti frequentemente imbarazzate, tendono ad isolarsi, sono depresse. L’incontinenza rimane così un problema largamente trascurato nonostante sia molto ben trattabile e spesso totalmente curabile. Detto cquesto , il parto per la grande sollecitazione che comporta a livello delle strutture muscolo-fasciali- e legamentose è da considerarsi uno dei principali condizioni a rischio per lo sviluppo di incontinenza femminile. Se non ben guidata ,la donna arriva gradualmente ad isolarsi, constatando che il problema si dimostra fortemente condizionante. Inoltre la diffusa credenza, peraltro assolutamente errata, che l’incontinenza sia associata solo all’invecchiamento contribuisce a tenere nascosta ogni criticità. La persona colpita si trova così ad evitare i luoghi sconosciuti in cui non ha la certezza della disponibilità dei servizi igienici, spesso limita i rapporti sociali perché ha paura di avere odore di urina, oppure evita rapporti sessuali, o semplicemente il fatto di dover portare il pannolino rappresenta una barriera psicologica importante.

Se l’incontinenza urinaria non è pericolosa per la salute, se non in casi gravi in cui il quadro clinico è più complesso, si può tranquillamente dire perciò che abbassa la qualità della vita.

Diagnosticandola perciò in tempo , si possono ridurre drasticamente i disagi ed in molti casi si può risolvere completamente. Fortunatamente una volta individuato il problema ci troviamo in un settore dove diverse soluzioni sono possibili. Bisogna certamente inquadrare il tipo di disturbo , avendo cura di partire da un ascolto attento del racconto che la donna fà del suo problema e prospettando con chiarezza, consapevolezza e condivisione reciproca le soluzioni possibili. Soluzioni che implicano fortemente la riabilitazione e che sono spesso assai agevoli da percorrere, dando piena restituzione relazionale e sociale alla donna. Ma di queste soluzioni ci occuperemo nella prossima “puntata”.

 

Domenico Uliano – medico fisiatra

Centro di riabilitazione e fisioterapia

Kinesis – Campobasso

 

 

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